Appellativi: il Canuto, il Sapiente, il Gobbuto
Simbologia: un libro aperto, penna e calamaio, un anziano gobbuto con una lunga barba.
Nascita del culto: Era dell’Unione

DOGMI E CuLTO

Venerato sin da quando si ha memoria da cronisti, letterati ed accademici di ogni genere, Aulo é una divinità tanto pregata quanto imprecata. Spesso indifferente alle richieste di chi lo interpella, col suo silenzio spinge il dotto ad andare avanti, affinché solo chi è fermamente convinto delle proprie capacità e dei propri studi, possa giungere ad un concreto ed appagante successo. A costoro, i più credenti tra gli illuminati, egli dispensa una conoscenza che pochi possono vantare di possedere nel Creato.
Ma egli è anche una divinità dotata di due volti. Uno visibile, noto a tutti, che celato dalla folta barba professa la conoscenza fine a sé stessa, in tono austero ed inintelligibile, se non per i più dotti. Ed un altro, nascosto. Alcuni dicono che sia sulla gobba, altri parlano di una seconda bocca celata sotto il mento, che parlerebbe delle vie nascoste della conoscenza: delle strade che portano al sapere senza alcun riguardo per la morale o per il prezzo da pagare per ottenerlo. Un secondo volto, questo, più propenso a dispensar consigli a chi imbocca un vicolo cieco nei propri studi, a differenza del primo, più austero ed oculato.
Il culto di Aulo trova la sua dimora in due tipi di ordinamenti: uno definito dai più come canonico, più diffuso e strutturato; l’altra minore, ritenuto quasi deviato. Il primo fa della commistione tra luogo di culto e di studio, con le sue capienti biblioteche, un unicum nel panorama lunariano, mentre il secondo fa del vagabondaggio il proprio stile di vita, decidendo i propri costanti viaggi con l’utilizzo di divinazioni al loro laconico Dio, interpretando però de facto solo dei segni, e tramandano la propria conoscenza per via diretta ai propri allievi.
Se Aulo é un Dio vicino allo studio ed al sapere, egli é anche il patrono della storia e della memoria. Così come sembrerebbe possedere due facce o due bocche, egli rappresenterebbe sia il racconto oggettivo, imparziale ed universale, sia quello soggettivo, visto attraverso gli occhi di un singolo soggetto o di un gruppo. Visto da alcuni come un dualismo difficile da comprendere, per i suoi fedeli esso è la perfetta sintesi del pensiero del loro Dio: oggettività e soggettività, viste non in contrasto ed opposizione tra loro ma come opportunità per raggiungere quel sapere universale eppure particolare, appannaggio del vero saggio e dotto.

SuSSuRRI TRA LE NAVATE

Il culto di Aulo è spesso visto dalle altre chiese come una forza positiva e benigna. Molti testimoniano tuttavia l’esistenza di frange più estremiste del culto, i quali avrebbero trovato un modo per privare le persone dei propri ricordi più cari per donarli al loro Dio, alla costante ricerca di storie da apporre sul suo libro.
Negli ultimi tempi, e grazie all’aiuto degli Esterni, Aulo é entrato in contatto con la sua versione della Realtà del Re, il che starebbe portando alla nascita, spontanea o meno, di numerosi ma microscopici nuovi culti, la cui visione del dogma risulterebbe alquanto sinistra ed inquietante. Il fatto, inoltre, che si considerino toccati dal Dio stesso, ha indotto la chiesa di Aulo a bollare simili fedeli come eretici.
Aulo sembrerebbe anche essere la causa delle malattie gerontologiche, come la demenza senile o la semplice perdita di memoria. Vi sono più interpretazioni a riguardo: alcuni asseriscono che questo sia solo un atto di carità e gentilezza, per allentare l’ossessione dei più focosi studiosi o far perdere ricordi dolorosi in menti già provate. Altri invece, più maliziosi, pensano che il Dio di tanto in tanto preferisca nutrirsi di ricordi vividi e freschi, direttamente dalle menti dei mortali, sottraendoli a chi ne è colmo dopo una lunga vita, piuttosto che aspettare che il seguace porti i propri ricordi con se nel suo viaggio finale verso Solaria.