Cos’è il LARP

Il gioco di ruolo dal vivo (da qui in poi LARP, dall’inglese “Live Action Role Play”) è un’attività ludica di origine teatrale, in cui i giocatori interpretano un ruolo (ovvero un personaggio) sulla base di un canovaccio fornito da chi organizza la sessione.
Un codice di regole definisce i limiti e fornisce gli ambiti delle relazioni possibili, codificando azioni e reazioni dei giocatori, facendo in modo che anche elementi irreali e fantastici (per esempio l’utilizzo della magia) possano entrare a far parte del ventaglio di opzioni selezionabili dai giocatori.

Chi organizza la sessione di gioco (master o narratore) si occupa di fornire ai giocatori i tratti del mondo in cui dovranno muoversi, tratteggiando con dettagli via via più complessi l’ambiente in cui l’azione si svolge, gestirà i personaggi secondari di complemento, i nemici e gli antagonisti, le creature fantastiche, tutti classificati sotto il nome di personaggi non giocanti (PNG), nonché le forze naturali e sovrannaturali dell’ambientazione, come lo svolgersi degli eventi secondo una precisa linea temporale, le forze politiche o le divinità.

Normalmente i personaggi interpretati dai giocatori sono in un gruppo, contribuendo così ad aumentare il fattore sociale e socializzante dell’esperienza ludica.

Ogni giocatore crea il personaggio che interpreterà nel gioco. Oltre a definirne il carattere e la storia passata, sarà sua premura stabilire i suoi scopi, le motivazioni che lo spingeranno ad agire, gli ideali a cui si ispirerà, la sua fede ed in generale tutte ciò che può dare spessore e profondità alle sue azioni, il tutto al fine di dare un senso e quindi coerenza, alle azioni che deciderà di compiere.

L’unione e la cooperazione di questi due fattori, l’organizzazione da un lato e i giocatori dall’altro, danno vita ad un gioco che può durare un tempo indefinito, da una singola sessione (completata in poche ore) a una serie di sessioni di gioco ripetute che possono durare per anni, con un cast di personaggi e giocatori che si evolve nel tempo così come si evolve l’ambientazione stessa.

Il gioco è spesso episodico e incentrato su una missione, con una serie di sfide che culminano in un problema o nemico finale da sconfiggere. Sessioni multiple giocate con gli stessi personaggi possono essere correlate una all’altra in un arco narrativo di sfide sempre più impegnative che diventano la contropartita della crescita (anche in termini di capacità) dei personaggi.

Il termine gioco di ruolo (dall’inglese Role Play) fu utilizzato per la prima volta dallo psicologo Jacob Levi Moreno nel 1934; dopo aver sperimentato nel 1921 il “teatro della spontaneità”, nel 1930 emigrò negli Stati Uniti dove mise a punto la tecnica dello psicodramma, ancora oggi utilizzata in psicoterapia: in questa il paziente recita, con l’aiuto di alcuni assistenti, un avvenimento del suo passato per lui conflittuale ove vi sia un antagonista, dopodiché i ruoli s’invertono ed il paziente si trova a recitare la parte del proprio antagonista per cercare di capire ciò che il suo antagonista ha provato in quel momento.

Questa prima accezione del termine e la sua teorizzazione però, non hanno alcuna relazione con il gioco di ruolo inteso come attività ludica, che mostra forse radici ben più profonde che si manifestano già in tenera età: rappresentazioni interattive ed improvvisate hanno incluso elementi di gioco, molto tempo prima che questi venissero inventati formalmente, il “facciamo finta che” dei bambini, è, nella sua essenza, un gioco di ruolo molto semplice sebbene efficace.