
Appellativi: l’Ira degli Abissi,il Guardiano del Faro
Simbologia: un arpione, una cima annodata, un faro
Nascita del culto: Era della Nuova Terra
DOGMI E CuLTO
Il culto di Craides affonda le sue radici nella antica ed a tratti mitica Era della Nuova Terra, quando i Lunariani proclamarono nuovamente la propria determinazione ad avere un posto nel Creato. Molto del suo retaggio si deve infatti ai primi marinai e pescatori, che tanto coraggiosamente affrontavano le insidiose, oscure e sconosciute acque della mutata Lunaria, per esplorare la “Nuova Terra” o riempire le reti di pesci per sfamare i villaggi. Furono proprio costoro tra i primi a rimanere sbigottiti ed atterriti dinnanzi ai pericoli che si annidavano tra le pieghe di quei nuovi luoghi, ma invece di fuggire nella notte di fronte agli orrori vomitati fuori dalle profondità abissali (e dall’Intercapedine…), questi si armarono di torce ed arpioni, decisi più che mai ad urlare al freddo vuoto che loro erano lì, in piedi e stoici nella propria volontà a resistere e combattere. Da questi racconti nacque proprio la definizione di “impresa titanica”, grazie ai primi fedeli di Craides, che si gettavano sovente anche in sfide ritenute all’apparenza impossibili, e dove a volte pochi si ergevano contro molti.
E’ comprensibile come, ancora oggi, molta della simbologia legata al Dio ricordi i motivi del mondo marino o comunque nautico, come l’arpione, i predatori marini ed il cordame od il faro che illumina le tenebre e guida le navi tra gli scogli. Di fatti, ancora oggi alcuni fedeli utilizzano una semplice corda come cintura, annodata utilizzando i nodi nautici come una specie di codice solo a loro conosciuto. Col tempo e grazie alle imprese dei suoi fedeli, il culto di Craides si é diffuso anche nell’entroterra ed in altri contesti sociali, venendo invocato da tutti quei soggetti che si ritenevano affini ai dettami del Dio, come gladiatori, avventurieri solitari, rivoluzionari, cacciatori di taglie, ed assumendo un carattere più universale e meno settoriale.
L’Ira degli Abissi è per i suoi fedeli un Dio forte, violento e stoico, che poco pretende, sia in termini di preghiere che di offerte, ma poco concede. Non è una divinità che ha a cuore i deboli e gli indifesi, eppure premia chiunque abbia un moto anche improvviso d’orgoglio e coraggio, guidando la mano della vittima che brandisce la lama per offendere il suo aguzzino, o cingendo il capo di chi si alza in piedi per urlare al mondo che non se ne andrà silente nella notte. Per evitare quindi di fare un torto al Dio, ogni buon fedele di Craides è solito provvedere da sé a tutti i suoi bisogni, anche in battaglia: una pletora di armi pendono dalle cinture e bandoliere dei suoi figli e spesso anche i più giovani indossano pesanti armature, persino in mare aperto ed in altri luoghi impervi.
E’ solo all’ultimo, quando la disperazione si avvinghia perfino al cuore del più coraggioso, che il Dio tende l’orecchio sui reami mortali, in attesa delle giuste parole pronunciate dal pio credente.
E’ comprensibile come, ancora oggi, molta della simbologia legata al Dio ricordi i motivi del mondo marino o comunque nautico, come l’arpione, i predatori marini ed il cordame od il faro che illumina le tenebre e guida le navi tra gli scogli. Di fatti, ancora oggi alcuni fedeli utilizzano una semplice corda come cintura, annodata utilizzando i nodi nautici come una specie di codice solo a loro conosciuto. Col tempo e grazie alle imprese dei suoi fedeli, il culto di Craides si é diffuso anche nell’entroterra ed in altri contesti sociali, venendo invocato da tutti quei soggetti che si ritenevano affini ai dettami del Dio, come gladiatori, avventurieri solitari, rivoluzionari, cacciatori di taglie, ed assumendo un carattere più universale e meno settoriale.
L’Ira degli Abissi è per i suoi fedeli un Dio forte, violento e stoico, che poco pretende, sia in termini di preghiere che di offerte, ma poco concede. Non è una divinità che ha a cuore i deboli e gli indifesi, eppure premia chiunque abbia un moto anche improvviso d’orgoglio e coraggio, guidando la mano della vittima che brandisce la lama per offendere il suo aguzzino, o cingendo il capo di chi si alza in piedi per urlare al mondo che non se ne andrà silente nella notte. Per evitare quindi di fare un torto al Dio, ogni buon fedele di Craides è solito provvedere da sé a tutti i suoi bisogni, anche in battaglia: una pletora di armi pendono dalle cinture e bandoliere dei suoi figli e spesso anche i più giovani indossano pesanti armature, persino in mare aperto ed in altri luoghi impervi.
E’ solo all’ultimo, quando la disperazione si avvinghia perfino al cuore del più coraggioso, che il Dio tende l’orecchio sui reami mortali, in attesa delle giuste parole pronunciate dal pio credente.
SuSSuRRI TRA LE NAVATE
Pregato e venerato da tempo immemore per salvaguardare dai viaggi in mare ed in tutti quei luoghi impervi, come la montagna durante una bufera, Craides sta venendo invocato sempre più spesso anche per affrontare i viaggi nel mare astrale e tra i portali. La cosa non sembrerebbe aver sortito gli effetti desiderati, eppure un risultato sembra averlo comunque ottenuto: l’estremo fastidio della Chiesa di Neravaren.
Voci e informazioni si rincorrono di Gemma in Gemma dai tempi più antichi, riguardo delle pratiche rituali segrete che si tramanderebbero di generazione in generazione, in quelle famiglie e congreghe più legate al culto del Dio. Questi riti non sarebbero altro che delle vere e proprie battute di caccia marine, le cui inumane prede non sarebbero però conosciute se non dai cacciatori stessi. Alcuni seguaci di Aulo affermano che l’affondamento dell’arcipelago di Cenerifonde, in tempi antichi, sia avvenuto proprio a seguito di una di queste cacce rituali.
Voci e informazioni si rincorrono di Gemma in Gemma dai tempi più antichi, riguardo delle pratiche rituali segrete che si tramanderebbero di generazione in generazione, in quelle famiglie e congreghe più legate al culto del Dio. Questi riti non sarebbero altro che delle vere e proprie battute di caccia marine, le cui inumane prede non sarebbero però conosciute se non dai cacciatori stessi. Alcuni seguaci di Aulo affermano che l’affondamento dell’arcipelago di Cenerifonde, in tempi antichi, sia avvenuto proprio a seguito di una di queste cacce rituali.