Appellativi: Colui che si nutre di petali, lo Smarrito, l’Asceta, il Profeta Muto
Simbologia: un uomo bendato, un fiore rosso, un triangolo con ogni lato di un colore diverso
Nascita del culto: Era del Dominio
DOGMI E CuLTO
Inoo è il Dio della profezie, degli oracoli e degli asceti. La divinità è latrice di visioni talmente estasianti (o talmente terribili), da cambiare drasticamente la vita di chi le riceve. Inoo, per motivi sconosciuti a tutti, persino ai membri del suo clero, invia ai mortali visioni del presente, del passato e del futuro, sia tra i suoi fedeli che tra gente completamente estranea al culto. Chi riceve il tocco del Dio troverà la sua esistenza cambiata per sempre: ora conscio della piccolezza del mondo mortale davanti all’ordito del Creato, abbandonerà i suoi legami con la vita terrena, dedicandosi alla costante ricerca di una nuova catarsi divina. Per facilitarsi nel complesso compito di ritrovare la prima estasi, i fedeli seguono i pochi, vaghi dettami lasciati da Colui che si nutre di petali, ritirandosi in lunghi e solitari vagabondaggi, o riunendosi per consumare insieme fiori e sostanze capaci di condurli per mano ad un superiore stato di coscienza. Profeti di Inoo (così si fanno chiamare i sacerdoti del culto) non lo si diventa per scelta ma per chiamata divina. I Profeti girano per Lunaria condividendo con chiunque le loro visioni incuranti delle conseguenze, volenterosi solo di diffondere il confuso, e spesso nefasto, verbo del Dio. Seppur non esista una culto gerarchicamente organizzato esistono chiese spesso nate spontaneamente dal “fortuito” incontro di due o più Profeti: in questi luoghi, sempre pregni dei pesanti fumi dei fiori e dei pollini, i fedeli possono dedicarsi a silenti preghiere che spesso durano anche giorni.
SuSSuRRI TRA LE NAVATE
Si dice che il culto iniziò a diffondersi tra i Lunariani durante i primi anni dell’Era del Dominio. Sembra che il Re Alastor Argantis intuì subito che i Profeti potevano essere una risorsa per rendere ancora più salda la sua presa su Lunaria, e cercò di irretire molti membri del culto, con promesse di agi e di regni. Vedendoli estranei a qualsiasi offerta mondana, il Re passò ad un metodo di persuasione più severo, minacciando famiglie e facendo imprigionare diversi Profeti, ancora una volta senza risultato. La leggenda vuole che il Re, comprendendo di non aver potere su questi uomini così distanti dalla comune razionalità, decise, durante una lunga riunione notturna con alcuni suoi consiglieri, di eradicare completamente il culto. Al mattino dopo però, il Re diede ordini ben diversi: comandando a tutte le Casate di non alzare neanche un dito sui Profeti, e di lasciarli liberi di circolare per Lunaria.
C’è anche chi afferma che i Profeti in realtà siano latori di facili sventure: a sostegno di questa tesi, vi è un racconto (la cui veridicità è impossibile da giudicare) su di un Profeta ospite alla corte del regnante di una Gemma, molto amato dal suo popolo. Durante un banchetto, il fedele di Inoo profetizzò l’imminente fine violenta del regnante e del suo giovane figlio. L’invidioso, ma pavido fratello del regnante, presente anche lui al banchetto, ascoltando le parole del veggente si convinse ad agire e portare a termine la congiura, ordita da anni ai danni del fratello, ma che non era mai stata concretizzata per paura del fallimento e delle conseguenze di tali azioni. Se la morte dell’amato regnante fu causata dalla congiura del suo consanguineo o conseguenza diretta delle parole del Profeta, nessuno né potrà mai essere certo, neanche i sapienti più dotti.
C’è anche chi afferma che i Profeti in realtà siano latori di facili sventure: a sostegno di questa tesi, vi è un racconto (la cui veridicità è impossibile da giudicare) su di un Profeta ospite alla corte del regnante di una Gemma, molto amato dal suo popolo. Durante un banchetto, il fedele di Inoo profetizzò l’imminente fine violenta del regnante e del suo giovane figlio. L’invidioso, ma pavido fratello del regnante, presente anche lui al banchetto, ascoltando le parole del veggente si convinse ad agire e portare a termine la congiura, ordita da anni ai danni del fratello, ma che non era mai stata concretizzata per paura del fallimento e delle conseguenze di tali azioni. Se la morte dell’amato regnante fu causata dalla congiura del suo consanguineo o conseguenza diretta delle parole del Profeta, nessuno né potrà mai essere certo, neanche i sapienti più dotti.