Sappiamo entrambi che uno dei rari momenti di vera libertà è quando la battaglia infuria e tu sei nell’occhio del ciclone, armato e sanguinante, ma mai così vivo. Questo ci accomuna, ma se noi vediamo la morte come un finale forse giusto, ma amaro, per loro è pericolosamente vicino al martirio, ad una vittoria nelle tenebre.

Illusioni, giochi di potere, incredibili gesta: tutto fa eco nell’insensata vacuità che è la loro cerca. E’ libertà non riuscire a vedere i confini della tua gabbia? Agitarsi urlando nella rossa foschia della nostra fine? Se non l’hanno capito, o se fingono di non farlo, hanno però compreso che solo nella morte nobilitiamo il nostro agire.

Avere troppe scelte vuol dire poter essere tentati da quelle sbagliate, anche seguendo le più pure intenzioni. Nepturia sceglie di ignorarne le dietrologie, concentrandosi sui risultati, bandendone la morale a loro piacimento, costringendoci ad un’eterna rincorsa.

Tutto il bisogno di dimostrare di poter diventare ciò che si vuole per sé stessi, raccontando che è ciò che serve agli altri, non è forse solo esempio della loro disarmonia con il Creato? Sappiamo quanto sia inutile dimenarsi, ma quando i riverberi del loro incessante scalciare arrivano fino a noi, non possiamo che tornare a interrogarci sui misteri di che ci circondano.