Appellativi: la Silenziosa, la Riservata, la Coppiera
Simbologia: una catena, un filo rosso, una brocca per il vino
Nascita del culto: Era del Dominio

DOGMI E CuLTO

Sioban è la divinità che tutto osserva in silenzio senza mai indugiare eccessivamente con lo sguardo su nulla, almeno in apparenza. Sebbene il suo culto sia divenuto ufficiale solo durante l’Era del Dominio, è probabile che la sua apoteosi risalga ad epoche più remote e che venisse inizialmente venerata come una divinità più oscura e legata ad alcuni ambienti segreti e misterici. Durante l’Era del Dominio la sua figura venne innalzata a quella di coppiera degli Dei e servitrice fedele e consapevole. Pare che Alastor stesso volle diffondere il suo culto, a volte perfino imponendolo negli ambienti più umili della sua corte, evidenziando in particolare come anche i servi, se consci dell’importanza del loro ruolo, possano vivere una vita dignitosa e piena di austera gioia. Il culto di Sioban trovò quindi un fertile terreno dove attecchire in un’epoca dove tutti, chi più e chi meno, erano servi di un Re e una moltitudine iniziò ad innalzarle canti e preghiere, senza distinzione di ceto o mestiere.
Similmente a Mirania, Sioban sovrintende quei giuramenti che vengono stipulati in piena coscienza e i codici, siano essi le regole di un ordine cavalleresco o i dettami di una gilda di assassini. Molte volte in suo nome alcuni nobili e regnanti sono riusciti, in maniera stupefacente, a smuovere il popolo per imporre grandi tassazioni, in nome del nobile sacrificio che i servi devono ai loro padroni.
Ma se questo è l’aspetto più seguito di Sioban, non bisogna dimenticare che la sua venerazione è sempre stata legata agli angoli bui della società, tanto che spesso si odono malelingue sui suoi fedeli più ferventi, additati come spie e traditori, anche se spesso rivestono figure di consiglio al fianco di regnanti, Consiglieri e persino Guardiani in alcuni casi.
In realtà, come Sioban insegna, nella riservatezza vi è una grande forza: non bisogna mai mostrare quel che si sà, non bisogna mai far capire quali dettagli si è osservato, almeno fino al momento giusto.

SuSSuRRI TRA LE NAVATE

La storia di Lunaria, come quella di qualsiasi grande regno, è costellata di congiure, ribellioni e moti rivoluzionari. Si dice che le lame avvelenate dietro grandi omicidi politici siano spesso guidate da quelle congreghe che venerano Sioban nell’ombra, i cui membri si fanno portatori di quella pragmaticità che permette al servo saggio di capire quando è necessario che il potere passi a qualcuno più capace (o conveniente). I più attenti tra gli studiosi, hanno iniziato a notare come spesso, sui vestiti di chi si riunisce per congiurare contro i sovrani, si possano notare le tipiche cuciture fatte con il filo rosso, così care alla dea.
Una di queste congreghe, probabilmente più un mito che realtà, prende il nome di Setta dei Mendicanti e si dice sia composta da poveri, sfollati e invisibili, coloro che più di altri sanno muoversi non visti. Il loro nome inizia ad essere sussurrato durante il periodo di disordini che portò alla caduta di Alastor Argantis e sembra che il loro ruolo nella sconfitta del Re sia stato fondamentale. Utilizzarono la loro rete di contatti per aiutare le Casate e il Principe, guidati dalla rabbia per come il Re avesse sfruttato il nome della loro Dea per controllare i popoli.